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			   Caffè e rischio coronarico, non c'è legame 
			   
  Un recente studio pubblicato su Circulation ha esaminato, per l'ennesima volta, la possibile associazione tra il consumo di caffè e il rischio di malattie coronariche.  
 
  I 44 mila uomini e le 85 mila donne coinvolti, che facevano parte dell'Health Professional Follow-up Study (HPFS) e del Nurse’s Health Study (NHS), sono stati sottoposti, ogni 2-4 anni per 20 anni, alla somministrazione di un questionario sul consumo di caffé.  
 
  Sulla base della quantità di caffé assunta, sono state create 6 categorie di consumatori: meno di 1 tazza al mese, da 1 a 4 tazze alla settimana, 5-7 tazze alla settimana, 2-3 tazze al giorno, 4-5 tazze al giorno e più di 6 tazze al giorno.   
 
  Nel corso dell’indagine si sono verificati 2173 casi di coronopatia negli uomini e 2254 nelle donne, ma non è stata evidenziata alcuna associazione significativa tra il consumo di caffé e l’incidenza della patologia, anzi, nella categoria dei maggiori consumatori (più di 6 tazze/giorno), è stata riscontrata una diminuzione del rischio, anche se di un’ampiezza piuttosto bassa e comunque non significativa sul piano statistico (-13% tra le donne e -28% tra gli uomini).  
 
  Analogamente, non si è trovata alcuna associazione tra il rischio di malattie coronariche e il consumo totale di caffeina, caffè decaffeinato o tè. 
  
			  05/05/2006 
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